Cosa sono le fobie
Le fobie rappresentano un tipo particolare di disturbo d’ansia. L’ansia cioè, che può declinarsi in vari modi e dare origine a diverse manifestazioni psicopatologiche, nel caso delle fobie si manifesta sotto forma di paura, una paura che può perfino essere paralizzante tanto da interferire con lo svolgimento delle normali pratiche quotidiane di una persona. Così, per esempio, una persona che abbia paura di volare e che nello stesso tempo sia costretta a farlo, perché il suo lavoro è strettamente legato alla necessità di spostarsi da una parte all’altra del mondo, potrebbe non riuscire, per l’impossibilità di salire sull’aereo, a portare avanti la sua stessa attività lavorativa.
La caratteristica fondamentale della paura nell’ambito delle fobie è l’irrazionalità, oltre tutto riconosciuta da colui che però non può fare a meno di provarla.
Esistono molte situazioni intorno a cui può organizzarsi una fobia, infatti sono stati coniati diversi termini per riferirsi ad una fobia piuttosto che ad un’altra: l’aracnofobia ad esempio indica la paura dei ragni, l’agorafobia si riferisce alla paura degli spazi aperti o affollati, la claustrofobia corrisponde, all’opposto, alla paura di trovarsi in spazi angusti e stretti. L’esposizione allo stimolo fobico, se incontrollata, può addirittura far precipitare l’ansia fino a scatenare un attacco di panico. Questa evenienza può a sua volta dare inizio ad un vortice per cui l’ansia per il verificarsi di futuri attacchi di panico può indurre nuovi attacchi di panico.
Cause
Alla base della formazione delle fobie possono esserci meccanismi di diversa natura.
Secondo una spiegazione che chiamerò procedurale, se si è frequentemente esposti ad una reazione emotiva connotata da paura ed ansia da parte di una figura di riferimento di fronte ad un determinato oggetto, soprattutto da bambini, può instaurarsi un’associazione automatica tra quell’oggetto e la paura, come se la paura fosse l’unica possibilità, anzi una qualità intrinseca dell’oggetto stesso piuttosto che qualcosa che sta fuori. Per fare un esempio, un genitore spaventato dai cani, che si trovi a reagire automaticamente alla loro vista con un’espressione del volto impaurita, o con irrigidimento dei muscoli del corpo, o ancora rispondendo con aperto ritiro, o addirittura con atteggiamento di protezione e di difesa nei confronti del proprio figlio, è molto probabile che trasmetta a quest’ultimo il messaggio che quelli sono animali pericolosi. Così, a meno che il bambino non abbia la possibilità di fare esperienze alternative con qualcuno che abbia un atteggiamento diverso, di apertura verso i cani, quasi sicuramente egli svilupperà una fobia specifica per i cani, come se si trattasse di animali intrinsecamente spaventosi.
Secondo una spiegazione che invece definirò metaforica, la situazione che suscita la paura irrazionale viene in qualche modo “scelta” perché rappresentativa di qualcos’altro di cui non si è consapevoli ma che comunque ha preso forma nel contesto di qualche relazione importante. A tal proposito, pur potendo sembrare singolare, prendiamo il caso di un uomo che non riesca a tollerare che le farfalle gli si avvicinino oltre un certo limite. Benché difficile da concepire questo genere di fobia, data la piacevolezza che generalmente viene attribuita a questi insetti colorati, è possibile che una analisi della sua storia di vita e di ciò che significano per lui porti a capire che, ad esempio, il modo coercitivo e punitivo con cui è stata a lungo trattata la sua vitalità lo costringe a tenere lontani da sé i suoi bisogni di libertà, creatività e vivacità, tutti elementi che magari vede racchiusi nelle farfalle, che in tal modo non si permette di avvicinare.
Come si curano le fobie
La psicoterapia prediletta, soprattutto se si soffre di una fobia circoscritta, sembra essere la terapia cognitivo comportamentale. Essa mira al superamento della fobia presentata mediante l’utilizzo di varie tecniche, ad esempio la desensibilizzazione. In sostanza consiste nell’avvicinamento graduale allo stimolo fobico in grado di causare ansia, fino a quando l’esperienza diretta e ripetuta dell’assenza di pericolo rispetto alla situazione che si considerava minacciosa permette il superamento della paura.
Una valida alternativa alla terapia cognitivo comportamentale è senz’altro la psicoterapia ad orientamento psicoanalitico. La psicoanalisi, pur non sottoponendo direttamente il paziente alla fonte della sua fobia, aiuta la persona a ridefinire significati, a mettere insieme i pezzi della propria vita, a trovare in sé le risorse ed a scoprire nuove prospettive e alternative rispetto a certi modi rigidi e limitanti di vivere alcune circostanze della vita, comprese quelle fobiche.