I segnali dell’inautenticità
A molti sarà capitato di essere assaliti talvolta dal dubbio che la persona con cui si sta avendo una conversazione non sia del tutto sincera. Come la sensazione che quella certa espressione abbia tradito un’intenzione, uno stato d’animo differente da quello mostrato. Il che può aver dato luogo a vissuti quasi di ansia, di confusione.
Probabilmente quel dubbio, quella sensazione, non sono frutto di una suggestione, ma hanno un fondamento. Si basano cioè su micro-segnali che, pur sfuggendo alla nostra attenzione cosciente, possono essere colti a livello inconscio ed informarci della qualità dell’interazione in corso.
Una ricerca
A dirlo è, fra le altre, un’interessante ricerca al riguardo. Gli autori hanno messo in evidenza che esistono, e si possono isolare, dei segnali in grado di indicare se la persona che si ha davanti stia avendo una reazione vera oppure finta.
Qui l’accento non è posto tanto sul contenuto, ovvero su quanto un’affermazione sia da ritenersi vera oppure falsa. L’interesse è più rivolto all’autenticità o alla simulazione di una reazione emotiva.
In particolare, questo studio ha preso in considerazione la risata. Si è visto che l’indicatore dell’autenticità della risata è soprattutto il suo svolgimento temporale. La risata simulata infatti dura di più di una risata autentica, l’apice che raggiunge si protrae più a lungo di quello della risata autentica e la sua chiusura avviene in modo poco fluido, brusco.
Inautenticità nell’arte
Questo stratagemma è abilmente utilizzato dai registi per sottolineare l’incongruenza tra una manifestazione emotiva e lo stato interno dei personaggi, proprio attraverso l’esagerazione nella mimica facciale.
Quanti hanno visto il film “Mulholland Drive” ricorderanno la scena in cui la coppia di anziani seduta sul sedile posteriore di un taxi ride vistosamente e prolungatamente mentre viene ripresa in un progressivo e lungo primo piano. La sensazione che ne ricava lo spettatore non è affatto di allegria, ma di inquietudine e di ansia, cosa che lascia presagire uno sviluppo drammatico della trama.
Inautenticità e ripercussioni psicologiche
Il punto psicologicamente più interessante riguarda la condizione di trovarsi a contatto con l’inautenticità di una persona importante. La ripetuta esposizione ad interazioni contrassegnate da una certa, volontaria, inautenticità dell’altra persona, soprattutto se con questa si ha una relazione di dipendenza – si pensi al bambino nei confronti del genitore o all’adulto coinvolto in un sentimento d’amore -, può avere esiti psicopatologici.
Che l’intento sia quello di mentire o di manipolare i comportamenti della vittima, il risultato è prima di tutto il tradimento della fiducia riposta. Questa è soltanto una delle forme che può assumere la violenza psicologica, facile a passare inosservata rispetto a quella fisica, eppure, per chi la vive, non priva di conseguenze traumatiche che si riversano anche sull’autostima.