Risponderò di seguito ad una serie di curiosità e a domande che sovente pongono coloro che sono estranei all’area della psicologia e della psicoterapia. Invito inoltre chi lo voglia a porre quesiti di proprio interesse, che qui non hanno trovato spazio.
1- Chi è e che cosa fa lo psicologo?
Lo psicologo è una figura professionale che, in virtù della laurea in psicologia e della successiva iscrizione all’ordine degli psicologi della propria regione di appartenenza, può svolgere una serie di attività che non sono propriamente di cura. Rientrano in queste attività ad esempio quella diagnostica e quella preventiva.
Per attività diagnostica si intende la valutazione della condizione psicologica della persona richiedente soprattutto mediante la tecnica del colloquio clinico. Il colloquio clinico consiste sostanzialmente in un dialogo in cui la formulazione delle domande e la comprensione delle risposte del paziente, o di qualsiasi altra comunicazione da lui proveniente (compresa la comunicazione non verbale), consentono di ottenere informazioni utili sul suo stato psicologico. La tecnica del colloquio può essere integrata con la somministrazione di specifici test e questionari che possono aiutare ad avere un quadro complessivo più preciso. In seguito alla valutazione diagnostica lo psicologo può altresì orientare il paziente verso il percorso che si ritiene essere più adatto a lui, come ad esempio la psicoterapia.
L’attività di prevenzione è volta invece a prevenire il disagio attraverso la promozione del benessere psicologico di individui o comunità. Essa è svolta quando il disagio non si è ancora manifestato e può servire ad individuare particolari situazioni di rischio.
2- Lo psicologo può condurre una psicoterapia?
No, lo psicologo, in assenza di una apposita specializzazione, non può curare con la psicoterapia.
Per poter operare come psicoterapeuta, lo psicologo deve aver completato la sua formazione presso una scuola di psicoterapia, ufficialmente riconosciuta, dalla durata almeno quadriennale. La formazione in psicoterapia permette infatti allo psicoterapeuta di acquisire strumenti e competenze indispensabili per trattare il disagio psicologico, che la semplice laurea in psicologia non può garantire.
3- Fino a che età è possibile il cambiamento psicologico?
Non esiste un limite di età al cambiamento. E questa affermazione è basata su evidenze empiriche. Certamente le neuroscienze ci insegnano che il cervello è massimamente malleabile soprattutto nei primi due anni di vita, ma questa caratteristica detta “plasticità” permane per tutta la vita. Questo significa che le nuove esperienze, se sono positive e per così dire “correttive”, hanno una concreta azione trasformatrice. Tali esperienze sono sia quelle vissute in prima persona, nell’ambito della stessa psicoterapia, sia quelle di cui si ha la possibilità di parlare, ovvero quelle vissute – o ri-vissute – attraverso la narrazione.
4- Lo psicoterapeuta è anche psicoanalista?
Lo psicoterapeuta può essere anche uno psicoanalista, se ha svolto una scuola di specializzazione in psicoterapia di tipo psicoanalitico. Meglio, la psicoanalisi è un tipo particolare di psicoterapia. La prima e la più antica in assoluto. La psicoanalisi vanta più di 120 anni dalla sua nascita, sebbene da allora abbia subito diversi mutamenti. Generalmente la formazione in psicoanalisi è più lunga di quella in psicoterapia con un altro orientamento e prevede che il professionista si sottoponga a sua volta, per poter esercitare, ad un trattamento psicoanalitico. Questo infatti gli consente di affinare le capacità di empatia (comprensione dell’altro) e di autoriflessività (saper leggere accuratamente i propri stati interiori), che sono entrambe fondamentali perché lo psicoanalista possa lavorare correttamente.
5- Lo psicologo e lo psicoterapeuta possono prescrivere psicofarmaci?
Assolutamente no. La terapia psicofarmacologica è di pertinenza esclusivamente dello psichiatra.
6- Lo psichiatra è anche psicoterapeuta?
Non necessariamente. La specializzazione in psichiatria è rivolta ai laureati in medicina. Lo psichiatra si occupa pertanto di predisporre una terapia di tipo medico-farmacologico. Ciò non toglie che lo psichiatra possa avere o intraprendere successivamente anche una formazione in psicoterapia.
7- Che cosa cura lo psicoterapeuta?
La vita emotiva è ciò che la psicoterapia (soprattutto la psicoanalisi) cerca di comprendere e di curare. Se una parte del corpo ci fa male vediamo un medico. Se la nostra capacità di pensare ha bisogno di essere potenziata andiamo a scuola o leggiamo un libro. Se la macchina non funziona la portiamo dal meccanico. Se sentiamo che comprendere o gestire la nostra vita emotiva va al di là delle nostre capacità possiamo andare da uno psicoterapeuta. Il dolore emotivo è una buona ragione per cercare questo genere di aiuto.
8- Soffro di ansia: a chi devo rivolgermi?
Dipende dal tipo e dall’invasività del disturbo. Quando si parla di ansia il rischio è quello di essere troppo vaghi. Si può trattare di attacchi di panico, di fobie, di ansia generalizzata, di pensieri o comportamenti ossessivi. Ognuna di queste manifestazioni dell’ansia può essere fonte di sofferenza ma non limitare severamente la qualità della vita della persona, che risulta sì intaccata ma non completamente compromessa. In questo caso la psicoterapia può essere decisiva per comprendere i motivi ed i meccanismi psicologici sottostanti a simili vissuti e per liberarsi dalla gabbia in cui ci si sente imprigionati.
Viceversa, l’ansia può essere talmente invalidante da bloccare o danneggiare pesantemente la vita intera del soggetto. Questa evenienza spesso richiede che la psicoterapia si accompagni ad un intervento farmacologico. Un supporto farmacologico infatti può rivelarsi imprescindibile per mettere il paziente nella condizione di usufruire e beneficiare del lavoro di psicoterapia.
9- Soffro di depressione: a chi devo rivolgermi?
Come per l’ansia, anche la depressione andrebbe meglio definita. Un conto è, ad esempio, la depressione clinica. Quest’ultima si presenta più che altro come una sindrome e, come tale, comprende una costellazione di sintomi tra i quali compare l’umore depresso. La depressione, nella sua forma grave, è perfino paralizzante. Il ricorso agli psicofarmaci è pertanto in questi casi decisamente consigliabile. D’altra parte la cura farmacologica, per quanto necessaria, non è di per sé risolutiva. Essa dovrebbe servire da un lato ad alleviare la sintomatologia e dall’altro, proprio grazie alla diminuzione dell’intensità del disturbo, a preparare il paziente ad affrontare un parallelo percorso con uno psicoterapeuta in grado di produrre un cambiamento più profondo.
Diverso è se si è in presenza di alcuni sintomi, che comunemente chiamiamo depressivi, ma che non sono responsabili di una depressione in senso stretto o che non si associano a tutta una serie di altri sintomi tali da far pensare ad una depressione clinica. Umore depresso, senso di vuoto, bassa autostima sono spie di un malessere che richiederebbe l’aiuto di uno psicoterapeuta con cui esplorare meglio tali vissuti, rintracciarne i significati e avviare un processo di aumento del benessere psicologico.
10- Quanto costa una seduta di psicoterapia?
Il costo di una seduta di psicoterapia è variabile. Esso dipende da una serie di fattori, quali la specializzazione dello psicoterapeuta e la sua esperienza. Generalmente l’onorario dello psicoterapeuta non è troppo rigido e può flessibilmente adattarsi alle reali possibilità economiche della persona che si ha davanti. Per quanto sia un investimento che, se si decide di iniziare una psicoterapia, si deve essere disposti a fare, il costo della psicoterapia non dovrebbe scoraggiare dall’intraprenderla.
11- Come capire se la psicoterapia sta funzionando?
Spesso lo stato d’animo con cui si finisce una seduta può rappresentare un indice importante tramite cui è possibile capire se la psicoterapia sta procedendo efficacemente. Quando la coppia psicoterapeuta-paziente sta lavorando bene, la seduta lascia nel paziente un senso di sollievo, di alleggerimento, di speranza o di rinnovata fiducia. Tuttavia può accadere che anche nell’ambito della psicoterapia si attraversino momenti difficili, di perdita della speranza, perfino di incomprensione o di conflitto. Quando la psicoterapia funziona bene, sono proprio questi momenti a rivelarsi inaspettatamente i più cruciali e produttivi per la buona riuscita del trattamento. In questi momenti un atteggiamento di apertura e di autenticità da parte dello psicoterapeuta spesso è determinante nel produrre il cambiamento.