Sapete perché ho scelto di trascrivere – e di condividere con chi ne sia interessato (o quantomeno incuriosito) – queste frasi, tratte da un libro dello scrittore spagnolo contemporaneo Javier Marias? Che attinenza hanno con la psicologia?
Beh, in un certo senso tutto ciò che riguarda noi esseri umani – sentimenti, emozioni, pensieri, turbamenti, relazioni, comportamenti – e che si può facilmente ritrovare nei libri che raccontano storie di uomini ha a che fare con la psicologia. Nel caso particolare, a me pare che a Marias riesca molto bene di descrivere stati d’animo riguardanti aspetti importanti delle relazioni tra persone. E le relazioni, si sa, hanno un peso determinante nella definizione di chi si è, della propria identità personale. Hanno perfino il potere di fare ammalare, di creare un disagio psicologico o, al contrario, di alleggerirlo, se non addirittura di guarire – in fondo è proprio questo ciò su cui si basa la psicoterapia, che cura attraverso il rapporto ed il dialogo con lo psicologo.
Il modo in cui ci si sente visti, le illusioni dei sentimenti, l’inevitabilità del conflitto e la centralità degli altri nelle nostre vite nonché la loro influenza sui nostri stati d’animo: questi sono alcuni dei temi che è possibile estrarre dalla lettura delle poche selezionate righe che seguono.
Il libro da cui sono state tratte si intitola “Tutte le anime”. E forse vale la pena di notare che, non a caso, la parola psiche etimologicamente deriva dal greco psykhḗ e significa appunto anima, o anche “soffio inteso come respiro vitale che presso i Greci designava l’anima in quanto originariamente identificata con quel respiro” (Wikipedia). Letteralmente, “psicologia” vuol dire quindi “studio dell’anima”.
Per ulteriori approfondimenti sulla storia di cui si narra nel romanzo, si rimanda alla lettura del testo integrale (senza dubbio, a mio parere, un altro dei libri da tenere nella propria libreria. Per gli altri, si veda l’articolo “I libri consigliati dallo psicologo: Gli imperdibili 5”).
“Mi è sempre parso un eccesso di ingenuità pensare che qualcuno – perché ci ama, cioè perché per suo conto ha deciso di amarci transitoriamente e dopo ce lo ha comunicato – si debba comportare con noi in modo diverso da come lo vediamo comportarsi con gli altri, come se non fossimo destinati a essere gli altri immediatamente dopo la decisione solitaria e la comunicazione dell’altro, come se di fatto non fossimo sempre anche gli altri oltre che noi stessi”.
Tutte le anime, p. 24
“[…] mi guardava come se mi conoscesse da tanto, quasi come se fosse una di quelle figure devote e secondarie che popolano la nostra infanzia e che non sono capaci, più tardi, di guardarci come questi adulti detestabili che siamo, ma che, per nostra fortuna, continueranno a vederci eternamente bambini con il loro occhio inerte deformato dalla memoria”.
Tutte le anime, p. 54
“Non posso permettermi di disporre di tutto il mio tempo e di non avere a chi pensare, perché se lo faccio, se non penso a qualcuno ma soltanto alle cose, se non vivo il mio soggiorno e la mia vita nel conflitto con qualcuno o nella sua previsione o anticipazione, finirò con il non pensare a niente, disinteressato a quanto mi sta attorno e anche a quanto possa provenire da me…
Almeno accade così con le persone che non sono serie”.
Tutte le anime, p.73
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