Con paura di amare Milano intendo attirare l’attenzione di quanti si mettono alla ricerca sul web di informazioni su questo vissuto, che probabilmente li riguarda da vicino. Utilizzo questi termini perché sono tra i più digitati. Insomma, digitare su un motore di ricerca paura di amare Milano in fondo vuol dire essere entrati in contatto, almeno una volta, con la propria paura, averla realizzata – il che può rappresentare un primo passo importante se si vuole superare il problema e ci si vuole permettere di coinvolgersi più serenamente in una relazione d’amore. Non di rado infatti questo genere di disagio spinge a contattare uno psicologo e ad intraprendere una psicoterapia.
Se ci si pensa bene, in realtà nessuno è esente dalla paura di amare. Amare qualcuno in effetti significa avere bisogno di lui, significa dover fare i conti con questo bisogno. Vuol dire che i propri stati d’animo, l’umore, i propri stati emotivi ne sono condizionati (perfino come ci sentiamo non dipende da noi!). Inoltre colui che amiamo potrebbe non contraccambiare, potrebbe approfittarsi del nostro amore, sminuirlo, non apprezzarlo… Senza considerare che, anche in situazioni in cui vi è corrispondenza, è inevitabile ferirsi o procurarsi reciprocamente qualche sofferenza. Come sarebbe possibile in simili condizioni non avere paura di amare? Sarebbe da pazzi!
Ecco cosa scrive Mitchell nel monologo che si trova nel suo libro “L’amore può durare?” e che ho già riportato nell’articolo “Dell’amore, del sesso e dei disturbi sessuali“:
“Se io desidero te, una persona reale, e se io ti desidero perché con te non voglio solo un rapporto sessuale, ma anche una relazione romantica, allora potrei essere nei guai. Infatti non c’è modo per evitare grossi guai! Siccome quello che voglio da te mi fa dipendere da te e mi rende ostaggio dei sentimenti che provi per me, allora è naturale che io voglia avere un qualche controllo sul mio destino. Quello che voglio è che tu mi ami, che mi trovi attraente ed eccitante esattamente quando io ti voglio. Ma questo, indipendentemente da quanto io voglio che accada, non è in mio potere, perché se sono io a farlo succedere, allora non è più quello che voglio. Io voglio che tu mi voglia; se sono io a costringerti, ingannarti o manipolarti così che tu mi voglia, allora non conta”.
Se le cose stanno così un po’ per tutti quando ci si arrischia, letteralmente, ad amare qualcun altro, che cos’è dunque che fa di questa paura legittima un vissuto problematico? Cosa la rende un disagio emotivo per cui, ad esempio, si decide di andare da uno psicologo?
Certamente una risposta a questa domanda sta nel grado in cui la paura di amare condiziona la vita di chi la prova, nella limitazione alla capacità di amare.
Certe volte infatti la paura di amare può essere talmente forte e radicata da non poter essere affatto sostenuta, da non poter cioè coesistere con la possibilità dell’amore stesso (per lo meno, di un amore “sano”).
E così può succedere che quando ci si innamora si comincia a stare male. Ansia e attacchi di panico possono fare la loro comparsa inaspettatamente proprio quando le cose sembravano andare nel verso giusto.
In alcuni casi invece si può essere portati, inconsapevolmente, a compiere dei ‘passi falsi’ che minano il rapporto in costruzione, causandone la rottura. Non è così raro per esempio che si tradisca il partner proprio mentre si inizia a sentirsi coinvolti sentimentalmente e che, senza averne piena consapevolezza, si faccia in modo che questo tradimento venga scoperto.
Ancora, ci si potrebbe ingaggiare in un rapporto sentimentale, ma senza coinvolgersi veramente, mantenendo con il partner una distanza emotiva di sicurezza che tuttavia impoverisce il rapporto stesso ed è una rinuncia all’intensità.
A tal proposito, va notato che generalmente chi coltiva questa paura di amare intraprende relazioni con persone che, in maniera complementare, sperimentano un’altra paura: quella di essere abbandonati. L’incastro è presto fatto e le conseguenze psicologiche per entrambi possono essere deleterie, andando a confermare, rinforzandole, le rispettive paure sottostanti: quella dell’intimità da un lato e quella della solitudine dall’altro.
Ma da dove viene la paura di amare?
In genere, chi manifesta un disagio emotivo ha una certa predisposizione a svilupparlo.
A predisporre alla paura di amare vi è di solito un passato – che a ben guardare non è molto diverso da quello di chi sviluppa problemi apparentemente opposti, come la dipendenza affettiva o la paura di essere abbandonati – costellato da relazioni con le persone accudenti in cui domina un clima emotivo instabile. Ciò che si impara da esperienze precoci di legami affettivi poco sicuri – caratterizzati ad esempio da indisponibilitá emotiva, psicopatologia, assenza fisica o morte prematura di un genitore – è che l’amore costa troppo in termini emotivi. Che amare qualcuno causa sofferenze troppo grandi, poiché non ci si sente abbastanza considerati, altrettanto amati, o perché la perdita è un rischio troppo doloroso che non ci si può più permettere.
Non è tanto importante allora il modo in cui sarà difficile stabilire e portare avanti relazioni significative soddisfacenti, ma la difficoltà in sé. L’incapacità di dare luogo a legami affettivi positivi, a prescindere dalla forma specifica che prende, quando non è temporanea e non la si riesce a superare da soli, è bene che venga affrontata con l’aiuto di un professionista in un luogo adatto, quale è la psicoterapia.
D’altra parte l’amore è una delle esperienze più belle ed appaganti che l’essere umano possa fare ed è davvero uno spiacevole paradosso che, per difendersi dal dolore anticipato, non ci si debba concedere di viverla.
Pertanto, se siete tra coloro che sono interessati a cercare paura di amare Milano, perché almeno in parte consapevoli del vostro malessere, l’invito è di non esitare ad approfondirlo.
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