L’ipocondria: che cos’è e come si presenta
L’ipocondria rientra nei disturbi d’ansia. Il vissuto centrale di chi ne soffre è infatti quello di un’ansia, a tratti insostenibile, che può prendere il sopravvento su qualunque altro tipo di emozione, pensiero o comportamento. Qui l’ansia è rivolta nello specifico al proprio corpo, esattamente alla salute del proprio corpo, che viene costantemente monitorata e messa in discussione con dubbi dai risvolti catastrofici.
A chi soffre di ipocondria basta un minimo segnale del corpo per scatenare l’allarme. Pensiamo, per capire meglio, ad un sistema di allarme antincendio posizionato in un locale, il cui dispositivo di rilevazione funzioni ad una soglia talmente bassa da farlo innescare da un semplice accendino acceso. In questo caso quindi la fiamma di un accendino è scambiata per un incendio vero e proprio, così la risposta di allarme è sproporzionata rispetto alla circostanza che l’ha innescata.
In linea con la metafora (seppur semplicistica), tornando all’ipocondria, come si diceva, la presenza di un sintomo fisico anche lieve può mettere in moto un meccanismo di preoccupazioni difficilmente arrestabile che culmina nell’idea, se non addirittura nella certezza, della morte. L’ineluttabilità della morte, la propria, è la preoccupazione per eccellenza che si annida dietro a qualunque alterazione corporea percepita. Così un semplice mal di testa può essere scambiato per un aneurisma cerebrale, un dolore intercostale per un infarto e così via, e la facilità e la velocità con cui si arriva a questo genere di autodiagnosi estreme vanno al di là di ogni tentativo di obiezione logica – sia che a muovere queste obiezioni sia qualcun altro, sia che ciò avvenga nel proprio dialogo interiore.
La frequenza e l’intensità dell’ansia che ne scaturisce sono variabili e il loro mutare può dipendere dal momento di vita particolare che la persona sta attraversando. Questo dà la misura di come l’ipocondria sia, per l’appunto, un disagio psicologico, la cui natura va ricercata nei vissuti soggettivi di chi ne è preda. È facile infatti che momenti di vita difficili, in cui vi siano cambiamenti in atto, situazioni di forte stress, crisi nelle relazioni importanti, corrispondano ad un acuirsi delle preoccupazioni ipocondriache. D’altro canto, periodi di maggiore serenità potrebbero portare ad una remissione di tali preoccupazioni, nonostante la comparsa di qualche sintomo fisico, a cui tuttavia si riesce a dare un peso adeguato o a cui si reagisce con un’ansia tutto sommato sostensibile, restando in tal senso la tendenza all’ipocondria una caratteristica silente.
La strategia che in genere l’ipocondriaco mette in atto per tenere a bada l’ansia è quella di sottoporsi a frequenti controlli medici ed esami specialistici, pur non essendo questi, la maggior parte delle volte, strettamente necessari ed anche quando sono addirittura invasivi. Una possibile strategia alternativa è, all’opposto, quella dell’evitamento fobico di visite mediche da cui si attendono esiti sconvolgenti, il che può, paradossalmente, risultare controproducente per la diagnosi e la cura del disturbo fisico presentato.
Qual è il meccanismo psicologico alla base dell’ipocondria?
Il meccanismo psicologico sottostante all’ipocondria consiste nell’ancoraggio al corpo del proprio Sé. È probabile cioè che il fatto di convogliare attenzioni, preoccupazioni, paure, malessere su una determinata parte del corpo serva a tenere insieme la propria precaria identità psicologica quando essa rischia di sgretolarsi. È come se l’ansia per la malattia e, al limite, per la morte fisica fosse – per quanto angosciante – più tollerabile del dolore psicologico, per definizione meno tangibile e perciò meno identificabile.
Perché la psicoterapia
La psicoterapia si rende necessaria per chi soffre di ipocondria per promuovere il rafforzamento di questa fragilità. Il rafforzamento di sé passa anche per la scoperta, in sede di colloquio con uno psicoterapeuta, degli specifici aspetti psicologici ed emotivi coinvolti nelle crisi ipocondriache nonché dei modi e dei motivi con cui si vanno determinando.