Definizioni
La dipendenza dal gioco d’azzardo, che oggi si fa strada soprattutto su internet, è afferente alla categoria dei disturbi del controllo degli impulsi.
Questi disturbi hanno come caratteristica principale il non riuscire a resistere alla tentazione di compiere atti che poi si rivelano nocivi per sé stessi o per gli altri. Il soggetto avverte un senso di crescente eccitazione prima di compiere l’azione e prova piacere e senso di liberazione mentre la compie. Ciò impedisce di considerare razionalmente e con lucidità gli effetti devastanti delle proprie azioni.
Si parla di dipendenza quando un comportamento viene messo in atto compulsivamente, ovvero tante volte per un periodo di tempo protratto e sfuggendo al proprio controllo.
Le attività mentali della persona dipendente sono quasi completamente assorbite dall’attività da cui si dipende, per cui si disperde gran parte del tempo a coltivare pensieri e fantasie su di essa. Non sorprende allora che i sintomi associati siano: irritabilità e ansia, isolamento sociale, scarso rendimento lavorativo (o scolastico), alterazioni dell’umore sia nel senso della maniacalità che nel senso della depressione, tentativi falliti di smettere.
Statistiche
Pare che le persone più predisposte, secondo diverse fonti, siano per lo più giovani con basso reddito e basso livello di istruzione, benché vi sia anche un cospicuo numero di anziani e possano trovarsi coinvolte anche persone con le più disparate caratteristiche di reddito e di istruzione. Per quanto riguarda il sesso, vi è una netta prevalenza dei maschi sulle femmine.
Spiegazioni
Paradossalmente, a causa della crisi economica, ad alimentare questo disturbo vi può essere la fantasia di risolvere i problemi economici con vincite fortunate al gioco.
A livello sottostante, è probabile che vi sia invece il tentativo di tenere sotto controllo stati affettivi disregolati.
Si tratta di emozioni che potrebbero esplodere da un momento all’altro (come un’ansia paralizzante, paure mai contenute, rabbia repressa) e che non si riesce a modulare, da cui si rischierebbe di essere sopraffatti.
Con il gioco si tenta di tenere a bada tali stati affettivi, sebbene senza successo, visto che l’effetto di breve durata costringe a dover ripetere e ripetere il comportamento.
Come uscirne
Non è cosa facile venirne fuori e, proprio come per un percorso di disintossicazione da sostanze, è prima di tutto indispensabile avere una solida motivazione.
È preferibile che l’intervento terapeutico si svolga in gruppo, per offrire la possibilità della condivisione della problematica comune, del confronto e del supporto reciproco.
Lo scopo finale è quello di stimolare le competenze emotive e relazionali, così da potervi fare affidamento e non dover più ricorrere alle modalità stereotipate e solitarie insite nel gioco.