1-Che cos’è la dipendenza affettiva?
È un modo di stare nelle relazioni significative, con particolare riferimento a quella sentimentale nell’ambito della coppia. Questo modo è caratterizzato da un’eccessiva dipendenza dalla persona investita di importanza, che generalmente è anche molto idealizzata.
L’idealizzazione in questi casi si basa su caratteristiche considerate attraenti, che si ha la tendenza a trovare fuori da sé ma che non si ritiene di possedere internamente. La dipendenza dall’altro poggia pertanto molto sul fatto che rappresenti non tanto un altro in quanto tale, con cui si ha un legame significativo che non si vuole perdere, bensì sull’idea che, perdendolo, si perderebbero anche quegli aspetti che si vorrebbero per sé e che almeno era possibile avere per interposta persona. L’indipendenza, ad esempio, è uno di questi aspetti: la capacità di stare da soli e di cavarsela in diverse circostanze, che in genere le persone dipendenti faticano a riconoscersi.
2-Quali sono i sintomi della dipendenza affettiva?
La dipendenza affettiva può portare ad annullarsi. La focalizzazione dell’attenzione sulla persona con cui si sta porta a trascurare se stessi: i propri interessi, le proprie attività. È questo il “sintomo” principale. Tutto intorno sembra perdere di importanza se non si ha accanto la persona amata o se non si ha la certezza (impossibile peraltro da raggiungere in maniera stabile) che ci sarà. Quando, non di rado, questa certezza viene a vacillare o nei momenti di lontananza, un’altra manifestazione caratteristica di questa condizione psicologica è l’andare incontro a profonde crisi di disperazione o di senso di vuoto e di inutilità.
Detta in questi termini, si può avere l’impressione che l’altro sia tenuto in grande considerazione da chi ne è affettivamente dipendente. A ben guardare – e questa è una cosa che pochi paiono aver capito -, l’altro non è visto affatto: piuttosto, e apparentemente in contrasto con quanto detto poco fa, la preoccupazione è tutta incentrata su di sé, o meglio sulla temuta aspettativa di essere abbandonati. Forse è questo uno dei maggiori motivi per cui poi chi è così investito affettivamente tende ad allontanarsi fino a chiudere il rapporto.
3-Quanto è grave la dipendenza affettiva?
La gravità della dipendenza affettiva dipende principalmente da due fattori fondamentali.
Il primo riguarda l’intensità della dipendenza nonché l’intensità con cui si manifestano le sue implicazioni, ad esempio le richieste e le pressioni esercitate sul partner oppure il grado di trascuratezza degli altri ambiti della propria vita (ambizioni lavorative, interessi personali, amicizie) ed il grado di inutilità attribuita alla propria vita in mancanza dell’altro da cui si dipende. Il secondo ha a che vedere con il comportamento adottato dal partner, cioè con il modo in cui lui si rapporta alla dipendenza affettiva dell’altro membro della coppia.
Si potrebbe infatti essere portati ad approfittarsene, inducendo il partner “debole” a sottostare al proprio volere attraverso la minaccia implicita dell’abbandono, su cui è facile fare leva. In taluni casi, si potrebbe arrivare a prevaricare il partner a tal punto da mettere in atto azioni perfino violente – anche qui con vari gradi – nei suoi confronti, contando sul fatto che tanto non si autotutelerà. E, in effetti, la dipendenza affettiva raggiunge le sue massime, drammatiche, conseguenze proprio nei casi in cui non si riesce a tirarsi fuori da situazioni degenerate, nell’ambito delle quali si è vittime di atti di violenza psicologica o fisica che, pur generando sofferenza, non sono mai sufficienti a far mettere la parola fine. La presenza dell’aggressore è sentita come più rassicurante della liberazione da lui.
4-Come si cura la dipendenza affettiva?
La psicoterapia è il luogo della cura per eccellenza per chi è dipendente affettivo. A tal proposito, si deve specificare che la guarigione dalla dipendenza affettiva non consiste nella realizzazione del suo contrario, ovvero dell’indipendenza affettiva. Per quanto questa possa sembrare all’inizio una soluzione desiderabile, non lo è affatto. Un eccesso di indipendenza altro non è se non l’altra faccia dello stesso problema: la difficoltà a convivere con il proprio, ineliminabile, bisogno di un’altra persona.
Siccome, per definizione, avere bisogno di qualcuno significa essere più vulnerabili – poiché questo qualcuno è dotato di una propria volontà autonoma che potrebbe deludere, per esempio non corrispondendo o andandosene -, l’incapacità di tollerare questo paradosso si traduce in certi casi nell’adozione di due strategie alternative, entrambe poco efficaci.
In un caso, sentendosi sopraffatti dall’altra persona e dai propri sentimenti per lei, la strategia utilizzata è quella di tentare di tenere sotto controllo la persona importante garantendosi la sua vicinanza ad ogni costo. E nel fare questo, abbiamo visto quali possono essere le implicazioni patologiche. Nell’altro caso, proprio per evitare di rimanere schiacciati dall’altro, la strategia prediletta è quella di evitare il contatto con il proprio bisogno di lui e con tutte le emozioni associate a tale bisogno (tenerezza, paura, rabbia…). Non sentendo più nulla, o quasi, l’altra persona non esiste; se esiste, è perché è lei ad aver bisogno.
È possibile considerare queste sue strategie alternative come complementari, nel senso che chi le mette in atto tende inconsciamente a scegliere come partner di lunga durata qualcuno che attui la modalità comportamentale opposta. In tal modo, sarà presto realizzato uno dei tanti incontri amorosi dagli effetti potenzialmente distruttivi.
Tornando alla psicoterapia e alla cura della dipendenza affettiva, l’obiettivo principale dovrebbe piuttosto essere quello di raggiungere una sana capacità di interdipendenza affettiva. In una relazione sana infatti entrambi i membri della coppia sono parzialmente dipendenti dall’altro membro e soffrono nei periodi di assenza prolungati; tuttavia non perdono il contatto con se stessi, con i propri bisogni, desideri, aspirazioni, mentre restano capaci di riconoscere e rispettare l’individuità altrui senza smettere, contemporaneamente, di riconoscere e rispettare la propria.
Senza dubbio uno dei punti attraverso cui si deve passare in questo percorso è quello del miglioramento dell’autostima di chi è dipendente affettivo, affinché possa sviluppare la fiducia nelle proprie risorse individuali e affinché la ricerca di una relazione romantica sia una spinta autentica alla condivisione piuttosto che una risposta alla necessità di compensare le proprie mancanze.
Lascia un commento