Questa breve rassegna tiene conto dei gusti di (quasi) tutti. Che preferiate romanzi, saggi o libri di poesie, tra questi 5, potrete trovare il libro che fa per voi. Generi diversi che parlano di argomenti vari, ognuno con il suo stile particolare. Il comune denominatore? Il fatto che abbiano tutti in qualche modo a che vedere con la questione, inevitabilmente psicologica, dell’essere umani.
1-Psicoanalisi pratica per terapeuti e pazienti, di Owen Renik
Come suggerisce il titolo sapientemente scelto dall’autore, il libro si propone di essere una guida per quanti, sia psicoterapeuti ad indirizzo psicoanalitico che pazienti che hanno intrapreso un percorso di psicoanalisi, vogliano sapere come debba procedere una psicoanalisi ben condotta che porti ad esiti soddisfacenti.
Alcuni principi, reputati in tal senso fondamentali, vengono dunque presi in considerazione e dettagliatamente descritti. Data la scorrevolezza della scrittura e data l’attenzione che viene posta all’esperienza che effettivamente si fa in un percorso di questo tipo, piuttosto che alla teoria sottostante – da cui l’aggettivo “pratica” -, il libro si presta ad essere un importante punto di riferimento non soltanto per gli addetti ai lavori ma anche per chi ha a che fare con la psicoanalisi come paziente o per chi ne è semplicemente incuriosito.
2-L’uomo che credeva di essere morto, di Vilayanur Subramanian Ramachandran
Questo è un libro davvero affascinante! Il neuropsichiatra che lo ha scritto ne ha reso adatta la lettura ad un ampio pubblico che, pur non specialistico, abbia voglia di immergersi nel funzionamento mentale sorretto dai processi cerebrali.
Scandagliando le più disparate situazioni cliniche scaturite da incidenti o da malattie – a volte drammatiche, a volte perfino un po’ bizzarre, sempre avvincenti – di cui si è personalmente occupato o che ha osservato da vicino, l’autore mostra come sia possibile partire da un determinato problema neurologico per risalire alle regole generali del normale funzionamento del sistema nervoso centrale che determina ciò che chiamiamo mente.
3-La gioia di scrivere: tutte le poesie (1945-2009), di Wislawa Szymborska
Si tratta della raccolta di tutte le poesie della più nota poetessa polacca vincitrice del premio Nobel nel 1996, diventata da quel momento estremamente famosa anche in Italia.
Con l’originalità del suo linguaggio, mai retorico, fotografa situazioni di vita quotidiana ed esperienze umane comuni a tutti elevandole a momenti vibranti di profonda riflessione.
Non manca il riferimento a temi psicologici di vasto interesse, resi con una immediatezza, una incisività ed una esaustività da fare invidia ai migliori manuali di psicologia.
Qualcuno lo ha definito “un libro da tenere sul comodino”. Ovunque vogliate tenerlo, l’importante è che ce lo abbiate. Per sfogliarlo, risfogliarlo o aprirlo a caso una o più volte al giorno: qualunque poesia vi capiti sotto gli occhi, non potrete fare a meno di esserne toccati. Non vi stancherete mai!
4-L’amore può durare?, di Stephen A. Mitchell
A chi non è capitato di chiederselo almeno una volta, magari dopo l’amaro in bocca lasciato da una storia d’amore che sembrava non dovesse mai finire e che invece si è inesorabilmente e dolorosamente conclusa?
Con questo libro, Mitchell, uno dei più importanti fondatori della psicoanalisi relazionale, cerca risposte mai banali ad una delle domande più comuni. Sebbene siano presenti costrutti psicologici, l’esperienza dell’amare e dell’essere amati è analizzata con riferimento a speranze, drammi, conflitti, paure, bisogni e desideri così umani da rendere questo testo una interessante lettura per chiunque sia intrigato da un argomento che non può che riguardarlo da vicino.
5-Il danno, di Josephine Hart
Un libro piuttosto snello, dalle pagine non copiose, per chi ama letture veloci, che regalino in tempi brevi il senso di compiutezza dell’impresa della lettura, soprattutto quando gli impegni quotidiani sono tali da non consentire lunghi momenti di pausa letteraria.
Con il genere del romanzo, attraverso questo libro, è possibile penetrare nelle sottili, affascinanti, quanto a volte inquietanti, trame psicologiche che portano chi ha subìto un danno – inteso come trauma psicologico – a perpetrarlo a sua volta, trasformandosi così da vittima in carnefice. Non trovando mai pace, non potendo mettere mai la parola “fine” ad una storia che si ripete come guidata da un cieco destino, il dramma si rinnova attraverso il dolore di chi la vive. “Chi ha subìto un danno è pericoloso, perché sa di poter sopravvivere” è la frase del romanzo che, secondo me, meglio ne cattura il senso.
Per la sua forza ed il suo potere evocativo, dal romanzo è stato tratto anche un film, recitato da attori del calibro di Jeremy Irons e Juliette Binoche. Se ne consiglia la visione, magari dopo aver letto il libro.
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