I problemi sessuali nonché quelli riguardanti le relazioni sentimentali e l’amore sono tra i motivi principali per cui si va dallo psicologo o si comincia una psicoterapia.
Nella trattazione di questo argomento mi sono largamente ispirata a quanto brillantemente esposto dallo psicoanalista americano Stephen Mitchell nel suo libro “L’amore può durare?”.
Sesso e amore
La sessualità, bisogna ammetterlo, è per sua stessa natura fitta di incertezze. Il coinvolgimento sessuale si accompagna inevitabilmente a sentimenti di dipendenza dalla persona che lo suscita, delusione, se non corrisposto o distante dalle aspettative, persino aggressività. La dipendenza, ad esempio, deriva dal fatto di mettere nelle mani dell’altro il potere di eccitare, soddisfare o deludere. Dato che l’amore alimenta speranza, desiderio e dipendenza, e dato che speranza, desiderio e dipendenza espongono al rischio, sempre presente, del rifiuto e dell’umiliazione, l’amore è pericoloso per definizione.
Il motivo per cui all’interno di molte coppie di lunga durata il sesso diventa un’attività di routine, magari noiosa, non è, come si è portati a pensare, nell’abitudine né nella familiarità o nell’eccessiva sicurezza. Piuttosto, intensificandosi le dipendenze reciproche, che crescono con il passare del tempo e con il consolidarsi del rapporto – poiché la posta in gioco diventa più alta e la delusione o la perdita sarebbero molto più dolorose -, la passione sessuale diventa sempre più pericolosa. E allora queste coppie si dedicano a mettere quotidianamente in scena offese e risentimenti reciproci, cosicché sia ben presente il rischio insito nel desiderio sessuale, in tal modo tenuto a debita distanza.
Tutto ciò è semplicemente indicativo di quanto la sessualità sia interiore, di come emotività e sessualità non siano affatto ambiti separati. Non solo la vita emotiva, con tutti i suoi conflitti e le complessità, si riflette nella sessualità, ma la sfera sessuale stessa può essere vista come il luogo dell’intimità emotiva per eccellenza. In tal senso, l’intimità sessuale può essere vista come metafora di quanto accade contemporaneamente a livello non sessuale nella relazione tra i due amanti.
Da questo punto di vista, non è possibile considerare i vari disturbi di natura sessuale, che essi si declinino al maschile o al femminile, come slegati dalla sfera degli affetti.
Un disturbo sessuale: l’impotenza maschile
Proviamo a guardare, con questa prospettiva, all’impotenza maschile. L’esperienza di impotenza può avere le sue origini nella percezione della perdita del controllo volontario di sé, dal momento che il proprio desiderio sessuale è suscitato dall’altro e, per questa ragione, espone a un senso di vulnerabilità e al rischio di essere umiliati.
Una delle caratteristiche più importanti del desiderio sessuale è che ci mette nella condizione di avere bisogno di un’altra persona. L’assenza di eccitazione o un’eccitazione smorzata, caratteristiche dell’impotenza, possono quindi servire (inconsapevolmente) a proteggersi.
Nell’impotenza psicologica invece, l’atto sessuale può essere fisicamente compiuto e portato a termine, ma al costo della rinuncia alla pienezza del desiderio e della gratificazione.
Un tipo particolare di impotenza sessuale: l’impotenza selettiva
Che dire dell’impotenza selettiva, quella cioè non generalizzata, che si verifica soltanto con un determinato partner sessuale?
La maggior parte delle volte il partner sessuale con cui si sperimenta l’impotenza è, non a caso, il partner abituale, quello con cui si ha una relazione sentimentale stabile. In effetti, è molto più facile e più sicuro abbandonarsi all’eccitazione per qualcuno con cui si ha una relazione breve oppure un incontro occasionale, con cui non si resterà molto tempo o che addirittura non si rivedrà mai più. Questa situazione può essere vista come di desiderio ad un più basso rischio.
All’estremo, ci sono uomini che riescono ad avere rapporti sessuali soltanto con prostitute, a pagamento, in una posizione – più “comoda”, ma immensamente più povera – di desiderio a rischio zero. Affidare invece ad una persona importante il proprio desiderio di lei è il vero pericolo della vita emotiva poiché il rischio della perdita è sempre presente, anche quando negato o non considerato. Il desiderio per una persona sconosciuta e irraggiungibile è più sostenibile di quello per una persona conosciuta e raggiungibile proprio perché quest’ultima, potendo essere raggiunta, può anche essere perduta.
Naturalmente, oltre all’impotenza, è possibile considerare in quest’ottica tutti gli altri problemi che investono l’area sessuale, compresi quelli che si verificano nelle donne.
Da “L’amore può durare?”
Riporto qui, per la semplicità ed il potere evocativo, il monologo interiore esplicativo di quanto detto, integralmente tratto da Mitchell:
“Se io desidero te, una persona reale, e se io ti desidero perché con te non voglio solo un rapporto sessuale, ma anche una relazione romantica, allora potrei essere nei guai. Infatti non c’è modo per evitare grossi guai! Siccome quello che voglio da te mi fa dipendere da te e mi rende ostaggio dei sentimenti che provi per me, allora è naturale che io voglia avere un qualche controllo sul mio destino. Quello che voglio è che tu mi ami, che mi trovi attraente ed eccitante esattamente quando io ti voglio. Ma questo, indipendentemente da quanto io voglio che accada, non è in mio potere, perché se sono io a farlo succedere, allora non è più quello che voglio. Io voglio che tu mi voglia; se sono io a costringerti, ingannarti o manipolarti così che tu mi voglia, allora non conta”.
(Mitchell S., “L’amore può durare?”)